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LA CALANDRA

 

 

 

LA GRANDE FAMIGLIA DELLE ALLODOLE (Alaludidae) conta una novantina circa di specie, in genere molto simili fra loro, tutte caratterizzate da abitudini terricole e da un piumaggio, tranne che in alcune specie e gruppi, piuttosto modesto. Da ciò deriva una certa difficoltà nell’identificazione della maggior parte delle specie, soprattutto per i meno esperti.

Fra le specie problematiche rientrano sicuramente le coppie "gemelle" Calandrella (Calandrella brachydactyla) e Calandrina (Calandrella rufescens), nonché Calandra (Melanocorypha calandra) e Calandra asiatica (Melanocorypha bimaculata), piuttosto simili per forma, dimensioni, piumaggio, habitat, abitudini e vocalizzazioni.

        Per i birders e gli ornitologi italiani, per fortuna, le cose sono rese più semplici dal fatto che sia la Calandrina, sia la Calandra asiatica non sono normalmente presenti sul territorio nazionale; tuttavia, esse sono capitate accidentalmente alcune volte in Italia (2 sole segnalazioni per la Calandra asiatica, ma ben 22 per la CalandrinaBrichetti e Massa, 1999) pertanto non è mai da scartare l’ipotesi di aver trovato una di queste due specie durante una nostra escursione. Inoltre, la sempre più diffusa abitudine da parte dei birders italiani di recarsi all’estero per osservare gli uccelli, rende molto più probabile l’incontro con queste specie in quei territori ove sono normalmente presenti; addirittura tutte e quattro le specie possono essere osservate sul medesimo territorio in vaste porzioni dell’Asia minore e Medio Oriente (ad es. Turchia e Israele, due fra le mete preferite per questo tipo di viaggi).

        Scopo di questo breve articolo è, quindi, fornire le giuste "dritte" per una corretta determinazione di queste specie in natura; saranno pertanto illustrati e discussi solo quei caratteri strutturali e di piumaggio utili per l’identificazione sul campo.

 

Calandrella e Calandrina

Distribuzione e habitat

 

La Calandrella ha una distribuzione tipicamente circunmediterranea, estendendosi poi verso Est dal mar Nero fino all’Asia centrale. E’ specie generalmente estiva, con solo pochi individui che si soffermano a svernare alle nostre latitudini, perlopiù in Grecia ed in Africa settentrionale.

Frequenta invariabilmente ambienti xerici di pianura o di modesta altitudine, con vegetazione erbacea molto bassa e ampia presenza di terreno nudo, spesso in prossimità dell’acqua (bordi di laghi, rive di fiumi e anche dune costiere), ma può nidificare persino in aree più o meno intensamente coltivate.

In Italia è ben distribuita al centro ed al sud, isole comprese; più scarsa e localizzata al nord.

 

La Calandrina ha una distribuzione meno estesa e più meridionale, andando dalle isole Canarie al Nord Africa/Spagna centro-meridionale ad Est verso l’Asia minore e l’Iran. Le varie popolazioni sono perlopiù sedentarie o scarsamente migratrici. L’habitat tipico è in genere più arido rispetto a quello della Calandrella, con preferenza per le aree semidesertiche o steppose naturali, spesso nei pressi di zone umide e quasi mai in aree seppur moderatamente coltivate.

 

Struttura

 

La struttura generale è piuttosto simile in ambedue le specie; tuttavia vi sono delle sottili differenze che possono essere di valido aiuto nella loro identificazione.
La Calandrina, pur essendo lievemente più piccola della Calandrella, appare spesso in natura più tozza, compatta e massiccia, con testa più grande e tondeggiante e collo più grosso; quest’aspetto compatto è accentuato dalla coda lievemente più corta rispetto a quella della Calandrella. Quest’ultima appare di solito più slanciata ed elegante, con testa lievemente più piccola e vertice appiattito.

Ambedue le specie spesso evidenziano una piccola "cresta" sul vertice, nettamente più evidente nella Calandrella rispetto alla Calandrina.

 La struttura del becco è un buon carattere distintivo se osservato bene: nella Calandrina è chiaramente più tozzo e corto, con punta smussata e margine superiore della mascella convesso. Nella Calandrella il becco è di poco più lungo e spesso nettamente appuntito.

E’ da notare, tuttavia, che la forma del becco ha un certo gradiente di variabilità in ambedue le specie, anche se la Calandrina non ha mai il becco così appuntito come nella maggior parte delle Calandrelle.

 Esiste, comunque, un carattere strutturale che di solito fa la differenza: la proiezione delle primarie.

Nella Calandrella, come in molti altri alaudidi, le terziarie sono molto lunghe e coprono quasi interamente le punte delle primarie, ad ala chiusa. La Calandrina, al contrario, ha una ben evidente proiezione alare composta da 3 (-4) primarie regolarmente spaziate fra loro.

 E’ questo, quindi, uno dei primi caratteri da ricercare quando siamo nel dubbio, anche se bisogna sempre considerare la possibilità di avere di fronte una Calandrella con terziarie mutate ancora in crescita, o estremamente abrase o persino rotte, che lasciano quindi scoperte le punte delle primarie.

 In volo, la Calandrella appare lievemente più slanciata della Calandrina per la maggior lunghezza della coda, sebbene questo non sia un carattere su cui fare sempre affidamento (in questo caso è molto meglio basarsi sulle vocalizzazioni, piuttosto differenti nelle due specie).

 

Piumaggio

Testa

 

La Calandrella generalmente presenta un disegno della testa piuttosto marcato e contrastante, con sopracciglio bianco o biancastro parecchio esteso ed evidente, e striature scure dietro e sotto l’occhio anch’esse piuttosto marcate. Il vertice è moderatamente striato, spesso con colore di fondo rossiccio, mentre la fronte e le copritrici auricolari sono uniformi, senza strie.

        Nella Calandrina di solito la testa è nettamente meno marcata e contrastante: il sopracciglio è quasi sempre poco evidente e pronunciato, meno biancastro ed il vertice è più debolmente striato. Le copritrici auricolari, inoltre, diversamente dalla Calandrella, sono di solito piuttosto striate, carattere questo più o meno evidente a seconda delle varie sottospecie; ad esempio, le popolazioni spagnole (C. r. apetzii) e quelle delle isole Canarie (C. r. polatzeki) presentano il massimo grado di striatura su vertice e faccia (sebbene non in tutti gli individui). Infine, nella Calandrina, quantomeno negli individui più marcati, sono spesso presenti una o più strie sub-malari scure, sempre assenti nella Calandrella.

 

Petto

 

E’ questo, di solito, l’altro miglior carattere per identificare le due specie.
Nella Calandrella [Tav. 3], normalmente sono presenti delle debolissime striature ai lati del collo che quasi sempre diventano più grossolane al centro a formare due distinte macchie scure di forma vagamente semilunare.
In pratica, si può affermare che questo sia il pattern più diffuso per la specie. Spesso, però, possono essere presenti solo le macchiette scure ai lati del collo e mancare del tutto le deboli striature o, al contrario, mancare del tutto le due macchie scure ed essere presenti solo le striature. A volte, raramente, le striature si estendono anche fino alla parte centrale del petto, imitando così il pattern della Calandrina (vedi sotto), anche se queste strie sono comunque sempre molto deboli e concentrate perlopiù ai lati del petto e del collo.

Nella Calandrina i lati del collo e l’intero petto sono di norma diffusamente e marcatamente striati, molto più che in una qualsiasi Calandrella. Esiste comunque un certo gradiente nell’estensione di queste strie, con le popolazioni più occidentali (Spagna, Isole Canarie e, anche se in minor misura, quelle dell’Asia minore) che presentano le strie più marcate, mentre le popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente presentano striature più sottili e chiare, meno evidenti.
Infine, a volte nella Calandrina le strie ai lati del petto si prolungano debolmente anche ai fianchi, carattere questo sempre assente nella Calandrella.

 

Ali

 

Oltre alla già illustrata differenza strutturale per quanto riguarda la proiezione alare, vi è un altro carattere che può in una certa misura essere utilizzato in natura come elemento sussidiario per l’identificazione delle due specie: il pattern delle copritrici mediane e delle piume dorsali e scapolari.
Nella Calandrella le copritrici mediane hanno la parte centrale scura più marcata ed evidente rispetto alla Calandrina (simile, in questo senso, al famoso "necklace" del Calandro (Anthus campestris) vale a dire un evidente disegno a "collana di perle" formato appunto dai centri scuri delle copritrici mediane che risaltano sul colore chiaro di fondo del resto dell’ala). Inoltre, le strie scure del dorso e delle scapolari sono mediamente più evidenti nella Calandrella rispetto alla Calandrina; in quest’ultima, spesso sono così poco evidenti da apparire come semplici deboli striature al centro della piuma (tipico delle popolazioni del Nord Africa e Medio Oriente).

 

Richiami e canto

 

Piuttosto differenti fra le due specie e, in modo particolare il canto, di valido aiuto nell’identificazione.

Nella Calandrella, il tipico richiamo è un corto, grattato e secco "drììp", a volte un più cinguettante "tcììrp". Nella Calandrina il richiamo è più prolungato e trillante, una specie di "di-rrrr-t" o "p-rrr-t".
Il canto è molto diverso nelle due specie: quello più tipico della Calandrella è composto da corte frasi ripetute, della durata di 1 - 3 secondi, piuttosto musicali con note più o meno grattate messe qua e là, e con pause fra una frase e l’altra di 2 - 3 secondi. A volte, però, il canto può essere più duraturo e continuo, sempre composto dalle stesse note del canto breve, ma con incluse anche delle imitazioni di richiami di altre specie. Questo secondo tipo di canto è più simile a quello della Calandrina o di altri alaudidi.
Il canto della Calandrina è tipicamente più continuo e prolungato, con molte note grattate, ronzanti, e molte imitazioni dei richiami di altre specie. E’ simile nel suo contesto al canto della Calandra e dell’Allodola.
Entrambe le specie possono cantare sia da posate, sul terreno o su sassi, cumuli di terra ecc…, che in volo.